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teaser per startup, dito di imprenditore indica nuvola di parole

Teaser per start up e business plan: quando chiedere una consulenza e a chi  

Scrivere un teaser per start up innovative è considerata un’attività propria degli esperti di marketing.

Nella maggior parte dei casi, prima di redigere un business plan, l’attenzione di chi gestisce la giovane impresa si concentra su cosa è utile sapere, in termini di rischi e potenzialità, nel mercato di riferimento.

Le competenze che aiutano a definire tutto ciò che serve ai blocchi di partenza per una nuova impresa sono molte:

  • conoscere le condizioni macro e microeconomiche contingenti,
  • avere il know how tecnico e tecnologico sulla produzione,
  • definire il target dei potenziali clienti,

e così via.

In pochi, però, sono consapevoli che, soprattutto all’inizio della vita di una start up, quando si definiscono il teaser e il business plan e quando si è alla ricerca di un investitore, la consulenza del commercialista è risolutiva.

Teaser per start up: quello che c’è da sapere

Definire il teaser, preparare un set documentale che sia in grado di richiamare l’attenzione, creare il pitch perfetto per persuadere un investitore è l’obiettivo principale di una start up.

I responsabili della nuova impresa si concentrano sull’analisi Swot, nella quale figurano 4 indicatori:

  • Strenghts, punti di forza
  • Weakness, aspetti critici
  • Opportunities, opportunità
  • Threats, minacce.

Per comprendere quali aspetti della nuova impresa si classificano in queste categorie, molti si pongono le domande:

  • Come si può realizzare la nuova idea di prodotto/servizio?
  • Quanto venderà il nuovo prodotto/servizio?
  • In quanto tempo la start up supererà il break-even e potrà generare profitto?

Proprio in questa fase la consulenza di un commercialista è fondamentale per chiarire i punti chiave.

Perché serve un commercialista per un business plan

È l’esperienza e la consulenza del commercialista a supportare la verifica, con proiezioni negli anni, di quali potrebbero essere i costi complessivi dell’attività, considerando la produzione, la remunerazione dei dipendenti e gli obblighi di natura fiscale.

Grazie a una ipotesi previsionale accurata, il consulente individua nel dettaglio il rapporto tra costi, ricavi, potenziali profitti e, in base a questi dati, calcola quali voci di spesa andranno dedicate alla compliance.

Il commercialista, inoltre, è in grado di consigliare le formule più opportune per ottemperare alla normativa fiscale e ottimizzare le risorse finanziarie della nuova società.

In altri casi, il commercialista può individuare vantaggi e conseguenze di strutture societarie differenti.

Comprendere i costi nascosti

Il commercialista non è il solo specialista chiamato in causa quando si tratta di condurre un’ipotesi previsionale sul futuro di un’idea di business.

Una nuova impresa si avvale di esperti di marketing, di analisti di mercato, di tecnici che possano individuare tempi e modalità di avvio del prodotto o del servizio.

A questi aspetti, però, si devono sempre aggiungere gli adempimenti tributari e la gestione amministrativa della nuova impresa: dimenticarlo comporta il rischio di significativi costi non previsti con la conseguente ripercussione sulla redditività.

Per una start up che voglia redigere un information memorandum e che voglia ipotizzare, con una ragionevole base, il suo sviluppo futuro, l’esame di costi e voci di spesa deve essere il più possibile accurato.

In questo senso, la predisposizione del business plan, effettuata in collaborazione col proprio studio di commercialisti, si configura come un’operazione di natura strategica.

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