La Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti ha pubblicato il Documento di ricerca del 12 ottobre 2020 sull’analisi delle pressione fiscale in Italia, in Europa e nel mondo.
Lo studio permette di confrontare la pressione fiscale ufficiale italiana, pari nel 2019 al 42,4%, con quella reale, rielaborata sul Pil al netto del sommerso, che risulta pari al 48,2%, ma anche con quella che grava sulle imprese o sul lavoro.
Nel primo caso, ricorrendo ai dati della banca mondiale, l’Italia, con il 59,1% è al secondo posto in Europa.
Sul lavoro, invece, il cuneo fiscale Ocse per il dipendente single è pari al 48%, terzo posto in Europa, mentre il cuneo per il dipendente spostato con due figli è pari al 39,2%, primo posto in Europa.
Pressione fiscale in Italia: gli indicatori.
In generale, l’analisi complessiva degli indicatori di pressione fiscale italiani ed il confronto internazionale indicano quanto sia ancora particolarmente elevato il peso del prelievo fiscale in Italia sia a livello macro, con il 42,4% ufficiale e il 48,2% reale, sia a livello micro con un cuneo fiscale del 48% e un total tax rate del 59,1%.
La riduzione della pressione fiscale, iniziata nel 2014, dopo l’ultimo pesante shock del 2012-2013, si è interrotta nel 2018 ed ha riguardato prevalentemente le imprese, dal momento che la pressione fiscale sulle famiglie non ha beneficiato di questa riduzione ed è, anzi, risultata in aumento.